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venerdì 7 gennaio 2011

Accenni di zooantropologia di Roberto Marchesini

Di Roberto Marchesini

Alla fine degli anni Ottanta prende avvio una nuova disciplina, la zooantropologia, che ha come obiettivo di ricerca lo studio del rapporto uomo-animale nella relazione tra i due e la valutazione dei contributi apportati all’uomo da questa relazione.
 Fondamento della ricerca zooantropologica è il ritenere che non sia possibile comprendere l’uomo nelle sue caratteristiche di sviluppo e culturali senza prendere in considerazione il contributo  offerto dall’alterità animale.
Concetto chiave = comprendere i predicati dell’uomo attraverso la relazione con l’alterità animale.

La zooantropologia ritiene l’animale un soggetto eterospecifico , ossia entità in grado di dialogare con l’uomo che è una specie diversa dalla sua , e come diverso, ossia come entità capace di contaminare l’uomo.

La Parola chiave è “referenza animale” come valore-contributo apportato dall’alterità animale nel rapporto con l’uomo.

 La referenza animale è pertanto il presupposto più importante e l’obiettivo focale della ricerca zooantropologica.
 Per tale motivo possiamo dire che la zooantropologia è lo studio della referenza animale.
 Per la zooantropologia pertanto è necessario salvaguardare l’ alterità delll’eterospecifico (la diversità dell’animale ) rispettando i suoi caratteri di soggettività (non reificare ovvero trasformare l’eterospecifico in oggetto),
di diversità dall’uomo (non antropomorfizzare l’eterospecifico, cioè non rendere l’animale simile all’uomo),
 di peculiarità (non leggere l’animale come cifra).
Solo il titolo di alterità dà voce all’animale ovvero gli riconosce quella specificità che sta alla base del suo potenziale di referenza.
Concetto chiave di ordine applicativo = maggiore è l’attribuzione-riconoscenza di alterità (soggettività, diversità, peculiarità) maggiori saranno le possibilità di referenza. 
La nascita della zooantropologia rappresenta un evento significativo nel panorama di analisi del rapporto uomo-animale, inserendosi a pieno titolo in quella marcia di avvicinamento alla conoscenza dell’alterità animale inaugurata dall’evoluzionismo darwiniano e proseguita dalla ricerca delle scienze comportamentali e cognitive.


Con la zooantropologia si iniziano infatti a studiare i fattori che guidano il rapporto dell’uomo con le altre specie - e in particolare:

a.       le direttrici orientative e affiliative verso l’alterità animale,
b.       piani e i significati della relazione interspecifica,
c.       le dimensioni di interscambio e transazione che si vengono ad attivare in tale rapporto,
d.       le conseguenze antropo-poietiche (ovvero di costruzione dell’identità umana) dell’incontro-confronto con l’eterospecifico.
Conoscere l’ampia gamma di rapporti e di rimandi che ci legano all’alterità animale è molto importante, perché offre un piano articolato di interpretazione circa il nostro bisogno di riferirci all’animale per realizzare in pieno le nostre qualità (predicati). Studiare il piano relazionale di rapporto con l'eterospecifico significa individuare un nuovo orizzonte di spiegazione e di applicazione che vada oltre il consueto “utilizzo dell’animale oggetto” – dall’eclatante uso strumentale-performativo fino alle forme meno esplicite di uso simbolico-transizionale – o il più insidioso “utilizzo surrogatorio” dell’animale sostituto di un essere umano assente, dove accanto all’antropomorfizzazione vi è la negazione della specificità dell’animale e del bisogno dell’uomo proprio della diversità animale. Tracciare un profilo del ruolo ricoperto dall'alterità non-umana in ogni momento della vita dell'individuo, significa come prima cosa ammettere che l'animale abbia un posto preciso nell'ontologia umana.
Presupposto della zooantropologia = non surrogabilità della referenza animale ossia considerare la relazione uomo-animale e la referenza che ne consegue un contributo non sostituibile. Tale assunzione implica di conseguenza l'adoperarsi per capire le caratteristiche di questa funzione e le possibili applicazioni. Per la zooantropologia perdere la relazione con l’alterità animale significa gettare un’ipoteca sull’antropo-poiesi.

D’altro canto con la zooantropologia non solo si diminuisce la distanza che separa la nostra specie dalle altre ma si afferma il carattere insostituibile della presenza animale nella vita dell’uomo o, meglio, nella definizione dell’essere umano. Prende corpo cioè l’idea che la referenza animale sia indispensabile per la realizzazione della persona nelle sue diverse componenti espressive, formative e assistenziali. Se pertanto la biologia evoluzionista ha rivendicato un legame filogenetico tra uomo e animale, la zooantropologia sottolinea un nesso altrettanto forte, ma questa volta di tipo ontogenetico, posto nel cuore stesso del nostro essere umani: nel divenire uomo.


Da www.robertomarchesini.com

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